Parola d’Abbé Pierre

Emmaus: per capire che cosa sarebbe divenuto, ho avuto bisogno di un lungo periodo di riflessione e di analisi. Spesso è difficile ammettere una realtà paradossale, assurda, imprevista, fondata sull’incontro di destini e di circostanze.

E’ solo riflettendo su questa realtà, su questo incontro di persone avendo ciascuna il proprio passato, che si può capire come Emmaus è nato.

Incontri sconvolgenti

L’incontro che ha fondato Emmaus non è solo quello che ho avuto con Georges. C’è un ulteriore incontro, di cui, purtroppo, si parla poco: quello con Mademoiselle Coutaz. 

Normalmente non scegliamo le persone con le quali viviamo; in particolare a Emmaus. E non scegliamo nemmeno gli avvenimenti che dobbiamo affrontare. Il germe che ha originato la nascita di Emmaus era già presente in queste tre persone.

Lucie Coutaz aveva un carattere forte e ben temprato. Aveva avuto anzitutto l’esperienza di una miracolosa guarigione a Lourdes. Poi la decisione di non rispettare il divieto che le era stato imposto di diventare la mia segretaria nel periodo in cui ero deputato. La dispensa di continuare il suo lavoro con me, ottenuta dal Papa stesso, le aveva creato non pochi problemi con i suoi superiori. Infine, fatto raro per una donna, era stata decorata della Croce di guerra.

Georges, anche se era un “fifone”, era pur dotato di una grandissima disponibilità che gli favoriva l’ascolto degli altri e della loro sofferenza.

Circostanze che provocano

Io, in quanto deputato, prete, persona conosciuta, potevo permettermi d’avere più coraggio, più sfacciataggine, di osare di più, e quindi andare oltre ciò che normalmente avrei potuto fare.

L’incontro di questi tre destini individuali, ad un certo punto, ha determinato, in circostanze particolari, che noi siamo stati capaci di trasformare in rivolta ciò che noi avevamo già dentro di noi. Occorre insistere sull’importanza delle circostanze: senza circostanze determinanti, nessuna rivolta è possibile.

Inoltre, ciò che, paradossalmente, ci ha aiutato, è stata la mia situazione di impreparazione di fronte a questi avvenimenti.

Certo, sapevo bene che esisteva la miseria, ma non avevo mai visto una mamma piangere con un figlio sulle ginocchia. Questo m’ha sconvolto ed ha provocato la mia rivolta. Infine, devo ammettere che non avendo una coscienza politica molto chiara di fronte alle situazioni in cui mi sono trovato ad essere confrontato, spesso, ho provato un certo piacere interiore all’idea di fare cose che “non devono essere fatte”.

Al di là della provocazione

E’ impossibile che un’azione, il cui carattere essenziale sia la provocazione, possa durare senza affievolirsi se non trova appoggio su un gruppo di persone esigenti.

E’ proprio grazie a queste persone esigenti, più che a una organizzazione ben strutturata, che abbiamo potuto continuare a far vivere lo slancio iniziale.

Poco importano le iniziative, anche fondate sull’esperienza, prese per assicurare il consolidamento. Ciò che conta è di riuscire a non soffocare la forza della rivolta. E se capitasse di vedere e deplorare, in Emmaus, un affievolimento di questa capacità di provocazione, occorrerà essere capaci di gioire nel constatare che altri sapranno continuare a tenerci svegli, rifiutando di sopportare l’ordine stabilito.

Sono loro che potranno farci progredire.

Occorre infine, essere molto attenti a tutto ciò che potrebbe “snaturare il sale”, perché è ciò che dà gusto alla vita. Emmaus si colloca in un millennio in cui, poste di fronte a circostanze storiche particolari, alcune persone sono state capaci di creare e di organizzare “cose” che, a volte, sembrano straordinarie.